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C'è in qualche film un personaggio che interpella un passante: "Sa che ore sono?". "Sì" risponde quello, e continua per la sua strada. Così, quando domandiamo che cosa sia la letteratura, i teorici rispondono che è una funzione del linguaggio. Ma forse noi volevamo sapere qualcosa d'altro. Forse ci chiedevamo che cosa la letteratura è stata e può essere per noi. Ebbene, questi interrogativi non sono affatto accessori: hanno, al contrario, un rilievo teorico decisivo, perché solo a partire da essi la letteratura comincia davvero a esistere. Rimuoverli non renderebbe i nostri discorsi più scientifici o razionali. Otterremmo solo lo scopo opposto, di costruire una scienza della letteratura che non è una scienza, e che non parla di letteratura. Ma allora è possibile definire la letteratura e individuare le proprietà specifiche di un testo letterario? A oltre vent'anni dalla prima edizione viene riproposto La mappa dell'impero. In queste pagine sono già presenti tutte le riflessioni su cui Brioschi si sarebbe soffermato anche negli anni successivi: la possibilità di una definizione della letteratura, l'importanza della categoria del "ri-uso", la distinzione tra testo e oggetto letterario. Nonostante l'orizzonte profondamente mutato, gli obiettivi dell'indagine sono gli stessi: collocare il testo dentro la storia, a confronto con il lettore reale, con l'eterogeneità e l'impurità dell'esperienza letteraria.